Curare il mal di schiena, curare i denti. Due terapie che (ahimè) comunemente avvengono nella stessa persona adulta, a volte in periodi concomitanti.
Ma invece curare i denti per curare il mal di schiena?
Molto spesso i pazienti (e anche alcuni dentisti) desiderano che la risoluzione di un problema di origine dentale scateni un circolo virtuoso di miglioramenti in altre parti del corpo, vicine (il collo, gli occhi) o a volte più lontane (la schiena, le gambe, i piedi…). Desiderare, la risoluzione di un problema comune, quale una patologia cronica muscolo scheletrica come il mal di schiena è lecito, è certamente un desiderio per una “buona causa”. Ma la medicina non è fatta di legittimi desideri ne di teorie non verificate.
Ci piace alle volte pensare che il desiderio di ottenere qualcosa corrisponda alla sua effettiva realizzazione.
Purtroppo così non sempre è.
Molte teorie sono state formulate sulle relazioni tra denti, occlusione (il “combaciamento” dei denti) e schiena e postura.
Alcune di queste teorie sono antiche ed affascinanti, al limite dell’esoterico, altre sono sostenute da strumenti dall’aspetto moderno e scientifico. Misurando fenomeni complessi come la masticazione, l’equilibrio, è possibile riempire di dati numerici la schermata di un computer, generare decine di indici, test etc. Tutto questo può essere fonte di informazioni a fine di ricerca, ma purtroppo può essere anche causa di molta confusione clinica.
Desiderare, la risoluzione di un problema, quale una patologia cronica muscolo scheletrica è lecito, è certamente per una “buona causa”. Ma la medicina non è fatta di legittimi desideri ne di teorie non verificate.
Indipendentemente dal contesto tutte le teorie formulate sulle possibilità di terapia basate su interazioni tra occlusione e patologie di altri distretti restano ad oggi teorie.
Sostanzialmente per nessuna di esse la medicina ha identificato una chiara evidenza (quella cosa per cui invece molti interventi, molte cure, molti farmaci sappiamo che funzionano).
Concretamente oggi cosa sappiamo sulle relazioni tra denti, occlusione e schiena e postura?
Recentemente alcuni colleghi italiani con competenze riconosciute a livello internazionale al riguardo hanno formulato un breve testo di “linee guida” basate sulle “evidenze scientifiche” su questo argomento.
Le evidenze scientifiche sono considerate dalla comunità internazionale di esperti di un argomento le prove verificate della esistenza di relazioni tra sintomi e cause, della efficacia delle terapie, praticamente le “testimonianze scientifiche” che qualcosa avvenga in modo prevedibile e ripetibile. Esistono certamente oltre a prove di veridicità anche testimonianze personali che qualcosa funzioni, ma nella misura in cui si tratta di un evento unico ed eventualmente irripetibile è ovviamente impensabile farne una terapia di routine.
La biologia non è in grado di escludere che mentre bevo un bicchier d’acqua io possa guarire da un tumore (in altri tempi si parlava di guarigioni miracolose), ma certo è che se anche questo fortunato caso si verificasse non se ne potrebbe fare una tecnica di terapia routinaria.
La sintesi delle loro conclusioni, disponibile a questo link è interessante nella sua linearità: è del tutto ovvio che la testa non è “scollegata” dal resto del corpo. Ma è altrettanto evidente che una relazione anatomica per quanto esistente non fa diventare la situazione dentale il “centro dell’universo” quando si verifichino dei problemi e si renda necessario attuare delle terapie.
Indipendentemente dal fatto che i denti necessitino di terapie per problemi biologici (carie, malattie delle gengive) o per motivi estetici le relazioni con la risoluzione di mal di schiena, problemi posturali e altro sono del tutto indefinite e indimostrabili.
Uscire dai paletti di questa semplicissima valutazione può diventare molto pericoloso.
Parla alla tua mente