Studio Dentistico Poggio - Dentista a Milano, Duomo

Se i dentisti fanno lobby (male)

28 Gen 2016

Recentemente i giornali si stanno occupando di tematiche odontoiatriche affrontate a livello parlamentare. Non accade spesso che i nostri pazienti leggano della nostra categoria sui quotidiani. Ieri un paziente giornalista mi ha portato un ritaglio della Stampa dove era descritta una vera e propria “lobby dei dentisti” a tutela degli interessi di corporazione contro le liberalizzazioni, e nel darmelo mi ha amichevolmente preso in giro.

Giorni fa la stessa immagine di “lobby dei dentisti” contro l’interesse dei pazienti è stata descritta da Il Fatto Quotidiano.  Anche Sole 24 Ore prende posizione critica verso la categoria.

Oggi il presidente di una delle più grosse associazioni di categoria (semplificando potremmo dire “la CGIL dei dentisti”) cerca di riprendere in mano la situazione, evidentemente sfuggita di mano dal punto di vista mediatico, indicando la ricerca della tutela dei pazienti come motivo principale alla base degli emendamenti a leggi in discussione, anziché la difesa di interessi sindacali o corporativi. Leggendo i commenti online di utenti (o cittadini, o meglio ancora in definitiva pazienti) purtroppo la constatazione immediata è una: la credibilità della categoria è straordinariamente bassa. Sappiamo che gli italiani si fidano del proprio dentista: molte statistiche ci dicono che il dentista è una figura individuale rispettata. Dunque da un lato c’è una fiducia personale, ma dall’altro c’è una forte sfiducia e diffidenza sulla categoria in quanto tale.

Il problema di credibilità è purtroppo evidente. Da dentista osservatore e tal volta attore in vari ambiti professionali, da quello culturale scientifico a quello organizzativo istituzionale a quello accademico provo a dare una interpretazione personale (dunque certamente fallace e alterata dalla mia storia).

La perdita di credibilità è il prezzo inevitabile che si paga quando si rinuncia alla qualità.

Leggere su la Stampa che la lobby dei dentisti in parlamento va contro l’interesse dei pazienti è fastidioso per me, ma leggere il presidente di un “sindacato di dentisti” che scrive di agire in difesa della salute dei pazienti anziché degli interessi dei dentisti è ancora più fastidioso, soprattutto dopo aver osservato negli anni il continuo negare nei fatti e nelle azioni concrete quell’interesse alla salute dei pazienti che oggi si richiama contro investitori non dentisti ormai già largamente presenti nel mercato.

Non nascondiamoci dietro un dito: oggi si da addosso a catene low cost e viaggi all’estero come causa di danni iatrogeni, come se fino all’altro giorno l’odontoiatria italiana fosse ovunque fatta di purezza e perfezione. L’odontoiatria italiana è eccellente e ogni volta che ho occasione di confrontarmi all’estero con colleghi di tutto il mondo realizzo quanta reputazione qualitativa abbiamo come clinici professionisti. Ma da decenni capita di vedere terapie pregresse anche recentissime prive di senso, livelli qualitativi evidentemente troppo bassi, assenza di chiarezza nei preventivi riferiti da pazienti che cercano comprensibilmente in più studi una risposta alle loro esigenze.

La cattiva qualità in odontoiatria esiste da prima del low cost, da prima dei viaggi all’estero e da prima degli investitori non istituzionali. Punto. Chi dice il contrario lo fa in difesa di uno status quo o di un interesse corporativo.

La buona qualità e l’eccellenza clinica esistono da decenni in Italia e continuano ad esistere. Da li si deve semmai ripartire.

Difendere qualsiasi  dentista anche se fa un cattivo lavoro perché è iscritto all’albo o a un sindacato di categoria e allo stesso tempo dare addosso a investitori appellandosi alla tutela della salute del paziente semplicemente non è  credibile.

Il “posto fisso” di Checco Zalone per anni nel nostro campo è stato lo “status fisso” di una categoria ampia e complessa, al cui interno i pazienti hanno sempre riconosciuto e premiato lo sforzo individuale al servizio della loro salute, nelle terapie più sofisticate come in quelle più semplici.

Un paio di mesi fa l’associazione professionale più rappresentativa nel campo dell’odontoiatria protesica, AIOP (Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica) in totale trasparenza ha incontrato associazioni di consumatori e giornalisti per un’analisi delle aspettative e dei desideri dei pazienti. In un percorso di comunicazione avviato con la collaborazione con Altroconsumo, la più importante associazione di consumatori,  è nata tra le altre cose in modo del tutto spontaneo e trasparente un’iniziativa indipendente di natura politica concretizzata in un emendamento alla legge di Stabilità 2016 che chiedeva semplicemente di innalzare la soglia di detraibilità delle spese odontoiatriche al 50%.

Al di là del destino politico di questa trasparente iniziativa la cosa più sorprendente sono stati i “maldipancia” che tale fatto ha creato in varie sedi rappresentative della nostra professione. Quasi che promuovere un trasparente interesse dei pazienti fosse un danno ai dentisti. Quasi che dialogare con i pazienti e le associazioni di consumatori non sia nell’evidentissimo diritto di una società che per statuto si pone il compito primario della promozione della salute orale nella popolazione italiana.

E’ del tutto ovvio che una società scientifica per quanto grande non abbia potere di condizionare le istituzioni, e che episodi di questo genere ancorché supportati da tutta la forza della spontaneità e dell’incontrarsi di interessi reciproci quali quelli di pazienti informati ed operatori sanitari volenterosi, resteranno chiaramente episodi. Ma tutto questo movimento di emendamenti sui quotidiani dice chiaramente che come categoria se veramente crediamo alla qualità per l’interesse del paziente l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno sono rappresentanti e lobbysti che in definitiva ci fanno finire sulle pagine dei quotidiani per gettare ancor più discredito sulla nostra credibilità come professionisti.

Abbiamo bisogno di presenze istituzionali etiche che portino avanti messaggi di salute supportati da azioni concrete nell’ottica della qualità nell’interesse della salute complessiva. Questa è la strada che stanno percorrendo le società scientifiche più responsabili che come AIOP o come SIdP (Società Italiana di Parodontologia e Implantologia) si mettono in dialogo diretto con i cittadini/pazienti con iniziative nell’interesse della promozione anziché in difesa di uno status quo. Abbiamo tutti bisogno di società scientifiche forti e autonome, chiaramente schierate per la qualità e la promozione della salute.

Solo così quella fiducia che i pazienti riferiscono alla persona del loro curante potrà riversarsi nella fiducia in una categoria, anziché come è stato in questi giorni, il discredito della categoria ricadere dalle pagine dei giornali sui singoli professionisti.